- Giacobbe è arrivato a una conclusione che ci piace tanto. “Negli anni ho capito che quello che mi interessa di più è lavorare sull’ambiguità, sull’ambivalenza. Ho sempre sofferto l’illustrazione didascalica, l’immagine che serve solo a spiegare il testo. L’immagine, al contrario, può raccontare qualcosa di più dello scritto”.